Come si parla alla radio
Intervista a Michela Sechi di Radio Popolare
Trucchi e segreti dei professionisti dell'etere in questa intervista inedita a Michela Sechi, giornalista di Radio Popolare
Cosa significa parlare al microfono? Gli errori più comuni dei principianti, e qualche trucco da professionista.
L'errore piu' comune dei principianti e' l'insicurezza, che porta a non essere incisivi, ad apparire esitanti. Bisogna dare l'impressione di essere autorevoli e avere in mano la trasmissione, anche se sono le prime volte. Non e' indispensabile "essere" sicuri: basta "fingere" di esserlo. Per sentirsi piu' sicuri bisogna prepararsi accuratamente, anche per ore. Spesso dietro una trasmissione che appare "improvvisata" c'e' un lavoro di preparazione lungo e faticoso.
L'importanza della dizione: quanto si può essere naturali e quanto no.
Meglio essere naturali e sbagliare la dizione che correggersi forzatamente e in modo evidente. Pero' i difetti di dizione si possono correggere piano piano. Ci sono in vendita manuali e cassette per imparare, poi bisogna ascoltare molto le proprie registrazioni.
Meglio due persone o una sola a condurre una trasmissione?
Meglio due, se affiatate.
Meglio "colorire" la voce con frequenti cambi di tono o meglio un tono costante?
In radio c'e' il costante rischio di addormentare gli ascoltatori. Tutto quello che puo' "svegliarli" e' benvenuto. L'attenzione dopo pochi secondo gia' cala, se la voce e' noiosa. Il tono e' quasi piu' importante del contenuto, all'inizio.
Parlare velocemente o lentamente? Qual è il ruolo delle pause?
Le parole vanno scandite, mai mangiarsi le parole. Chi corre troppo deve trattenersi. Evitare il piu' possibile gli "mmm" fra una parola e l'altra, che sono di solito inconsapevoli. Cercare invece di fare pause. La lentezza deve essere effetto dell'autorevolezza, non dell'esitazione.
Come si struttura una puntata?
Piu' gli interventi sono brevi e scanditi dalle domande, meglio e'. Se ci sono diversi ospiti, e' meglio spezzare i loro interventi e farli alternare uno con l'altro. Un paio di minuti consecutivi e' a testa e' gia' abbastanza. Piu' una trasmissione e' spezzata, piu' si tiene viva l'attenzione, ma bisogna anche saper tenere le fila di tutto.
Il pubblico: chi mi devo immaginare all'ascolto? Nessuno? Mia mamma? Una folla oceanica?
Ognuno fa a suo modo; secondo me e' meglio immaginare un pubblico indistinto che ha delle alternative rispetto quello che sta ascoltando e che puo' spegnere o cambiare canale da un momento all'altro.
Come gestire le telefonate in diretta? Quando interromperle? E come,senza essere maleducati?
Una telefonata va interrotta quando diventa noiosa, per rispetto nei confronti del pubblico, pero' bisogna farlo con garbo. Mai essere maleducati, anche di fronte ai peggiori insulti, mai essere aggressivi, anche di fronte all'aggressivita' altrui. Il conduttore deve essere sempre calmo e rilassato e ricordare che la sua aggressivita' gli tornera' inevitabilmente indietro nelle telefonate successive. Se un ascoltatore e' aggressivo, ringraziare comunque e chiudere con gentilezza, senza dare l'impressione di tagliare la telefonata. L'eventuale offesa non deve mai toccare il conduttore. in genere non e' il caso di rispondere. alle provocazioni: probabilmente risponderanno gli ascoltatori che chiameranno dopo. Diverso e' il caso se la telefonata va a toccare aspetti gravi come razzismo, fascismo, nazismo, offese alle donne, alla religione, alle minoranze.... in questi casi il conduttore prima chiude la telefonata, poi prende le distanze con una frase sobria, facendo capire che non condivide assolutamente quanto detto. Mai rispondere quando chi ha chiamato e' ancora in linea e puo' ribattere, insistendo magari nell'offesa.
La musica sotto la voce: utile o distrae?
La musica deve essere il piu' possibile in tema e andrebbe valorizzata, magari presentandola e spiegando perche' si e' scelto quel brano. Se viene usata come sottofondo alla voce non dovrebbe essere una musica cantata.